Il suo territorio ospita una zona agricola, artigianale e spazi commerciali, inizia dalla Ferrovia arrivando fino al confine della frazione di San Pancrazio e comprende anche l’antico rione della Sgraffigna che degrada fino al fiume Oglio, ha più di 4000 residenti e un migliaio di famiglie.
Questi sono i parrochi che hanno retto la Parrocchia sin dalla sua fondazione: Don Giuseppe Chiodi di Prevalle dal 1962 al 1977, Don Luigi Gandossi di Trenzano dal 1977 al 1986, Don Giulio Maccarola di Pontevico dal 1986 al 1988, Don Pier Giorgio Piozzini di Gussago dal 1988 al 2007, Don Claudio Cittadini di Rovato dal 2007 al 2019 e dal 2019 Don Paolo Salvadori.
La parrocchia di San Giuseppe artigiano nasce, a partire dagli anni ’60, come riposta alle esigenze del nuovo quartiere che stavo sorgendo, con le sue numerose abitazioni di edilizia popolare e civile. La necessità dei fedeli fu quella di avere una nuova chiesa ed un oratorio per le famiglie che si erano stabilite in questo recente quartiere. La comunità di San Giuseppe inoltre è sempre stata abbastanza frequentata anche dai fedeli di San Pancrazio.
La Chiesa
La Chiesa parrocchiale di San Giuseppe fu iniziata negli anni Sessanta e consacrata nel 1972. Il 10 luglio 1962 il parroco don Giuseppe Chiodi convocò la prima assemblea dei capi famiglia di San Giuseppe per illustrare il progetto della nuova chiesa parrocchiale che sarebbe stata costruita, con materiali e canoni architettonici molto moderni, secondo il progetto dell’architetto Guido Isella e affidata all’impresa del geometra Clementi e poi alla ditta Martinelli di Cologne.
Il 22 settembre 1962 l’Arcivescovo Monsignor Tredici posava la prima pietra e l’anno successivo, il 18 aprile 1963 veniva benedetto il seminterrato come prima chiesa, mentre un gruppo di volontari lavorava per la costruzione dell’oratorio. Il 27 novembre 1965 giungeva il riconoscimento civile della nuova parrocchia e l’8 dicembre 1966 don Giuseppe Chiodi vi entrava quale primo parroco.
Nel 1963 iniziò anche la costruzione dell’oratorio inaugurato nella prima parte il 14 maggio 1966.
Negli anni in cui non era ancora completato il seminterrato della chiesa, molti parrocchiani ricordano le celebrazioni domenicali negli scantinati di alcuni magazzini del quartiere oppure nel cortile adiacente alla chiesina della Sgraffigna. Il 31 ottobre 1972 avvenne la consacrazione solenne da parte di monsignor Luigi Morstabilini.
La parte destra della chiesa è occupata dall’altare, dal Santissimo e dal pulpito, quella opposta dal battistero e dai confessionali. Il battistero è di concezione biblica: una grande vasca per battezzare il neonato. Lo scantinato, che aveva svolto inizialmente la funzione di chiesa, è stato trasformato in aule scolastiche con relativi servizi ed in una palestra con docce e servizi vari. La cella campanaria, invece, sovrasta di poco la grande cupola.
La chiesa venne in seguito abbellita nel 1984 con un quadro secentesco dell’Ultima cena, nel 1985 con un organo, nel 1987 con un bassorilievo del francescano padre Nazareno Panzeri, raffigurante la storia della salvezza e nello stesso anno con un affresco di don Luigi Salvetti raffigurante San Giuseppe.
La sistemazione dei cementi
Dalle superfici in cemento armato di facciata della Chiesa, da diverso tempo, si notavano ferri affioranti con parti di calcestruzzo che si staccavano. Questi fenomeni sono dovuti al processo di carbonatazione del calcestruzzo. Il processo viene causato da diversi fattori come i fenomeni atmosferici, cicli di gelo e disgelo, piogge, venti e non ultimo l’inquinamento dell’aria (proprio questo amplifica la capacità di corrosione dei ferri contenuti nel cemento armato di cui è composta la nostra Chiesa).
La spesa onerosa di questo intervento si è resa possibile solo nel 2021 per la nostra Parrocchia sfruttando l’opportunità del bonus facciate.
Per il risanamento, primariamente, si è effettuata una battitura di tutte le superfici per rimuovere le eventuali parti di calcestruzzo in fase di distacco e spazzolatura dei ferri arrugginiti (successivamente trattati con materiali specifici che ne bloccassero la corrosione). Poi si è proceduto a lavare a bassa pressione tutte le superfici in modo da eliminare tutte le impurità depositate nel corso dei 50 anni.
Successivamente si è stato applicato un inibitore di corrosione a tutti i ferri e alle superfici (comprese le parti intatte) di modo che, penetrando nel calcestruzzo, tale sostanza, blocchi la corrosione di tutte le armature metalliche.
Per dare una protezione superficiale esterna a tutta la struttura per il futuro, infine, si è steso un rivestimento verniciante (non una semplice pittura) che facesse da filtro alle aggressioni chimiche presenti nella pioggia e nell’aria con una protezione attiva contro la carbonatazione, oltre che dare un piacevole aspetto estetico più luminoso alle facciate della nostra Chiesa.
Qui di seguito mettiamo il link per vedere il progredire dei lavori fatti.