Fondazione sec. XI

Palazzolo appartenne nella più antica età alla Pieve di Coccaglio. Non esistono infatti, nel territorio nomi di santi che facciano pensare a “loca sanctorum” antichissimi, salvo S. Pancrazio e non è forse un caso che si trovi nella zona dell’antichissima Alino. La Pieve, come opina P. Guerrini, venne probabilmente eretta nell’XI-XII secolo per istituzione vescovile conglobando parte dei territori più marginali delle pie vi di Coccaglio, Erbusco e Telgate e particolarmente le parrocchie di Palosco e Pontoglio. Costituita la Pieve, venne eretta nel sec. XI-XII la nuova chiesa plebanale oggi chiamata chiesa vecchia e di recente restaurata. Ebbe uno xenodochio del quale rimane traccia a secoli di distanza. Del capitolo plebanale rimasero poi l’arciprete e due canonici, la cui giurisdizione dovette essere molto antica e veramente collegiale dato che a distanza di secoli continuarono ad amministrare l’unico beneficio capitolare e intorno ad esso accendevano frequenti controversie, causa di discordie poco edificanti. Si venne finalmente nell’anno 1390 alla divisione dei beni patrimoniali e alla costituzione di tre benefici distinti, quali sussistono ancora.

Il 6 dicembre 1390 l’arciprete della Cattedrale di Brescia dott. Giovanni Zendobbio, eletto arbitro della vertenza dall’arciprete di Palazzolo Giacomo de Colognolis e dai due canonici Giovanni Zamara e Giovanni fu Stefanino de Gisolfis de Alino, divideva in quattro parti tutti i beni patrimoniali, i censi, i mobili, ecc., della massa capitolare e ne assegnava due parti all’arciprete e le altre due ai due canonici, imponendo a questi di non poter amministrare i sacramenti senza licenza dell’arciprete, al quale era riservata la preminenza e la direzione delle funzioni sacre e della cura d’anime. Una certa autonomia con un rettore godette Mura che probabilmente appartenne agli inizi alla Pieve bergamasca di Telgate, unendosi solo alla fine del sec. XII, conservando un suo beneficio (incamerato per legge nel 1866) e continuando ad essere eletto dalla Vicinia. A Riva ebbero casa e chiesa monastica i “fratres S. Antonii” o monaci di S. Antonio di Vienna che avevano un priorato in Brescia. 

Le visite pastorali dal sec. XVI danno l’idea di una comunità ecclesiale viva, ben retta da sacerdoti pur quasi sempre litigiosi per questioni di precedenza. Una riprova della religiosità è la presenza attiva dalla fine del sec. XV o dagli inizi del sec. XVI della Disciplina che, come ha scritto Francesco Ghidotti, consolidatasi come istituzione, fissò la sua sede nella chiesa adiacente al cimitero della Comunità; chiesa che, dedicata a San Francesco, divene il fulcro di tutta l’attività della Compagnia dei “Disciplinanti” detta appunto di San Francesco, compagnia che segui antiche regole, comuni a tutte le istituzioni di questo tipo, che andavano diffondendosi nelle nostre parrocchie. Il 9 settembre 1636 essa ottenne, con un indulto pontificio, l’aggregazione all’Arciconfraternita romana del Gonfalone, aggregazione che portava, come conseguenza, la possibilità di lucrare tutte le indulgenze e ottenere i privilegi di cui godeva quella di Roma. La regola venne data alle stampe nel 1758. Si avvantaggiò di legati e visse per secoli. Animarono inoltre la vita religiosa le Confraternite del SS. Sacramento e più tardi del S. Rosario. 

La vita religiosa si sviluppò, nonostante le tensioni fra il clero locale che si accentuarono nel 1685, sotto il parrocchiato dell’arciprete Agostino Fenaroli, quando il vescovo Gradenigo si trovò costretto a minacciare la sospensione a divinis ai due canonici se non fossero stati sottomessi in tutto all’arciprete. Tensioni che non ostacolarono per nulla l’erezione, dal 1750, di una nuova bella chiesa parrocchiale per la quale furono proprio i sacerdoti a far pressioni sull’arciprete don Giovanni Suardi. Tempio completato con fervorosa ed intensa opera dal successore don Angelo Muzio nonostante il perdurare dei contrasti coni canonici. Echi di vita religiosa rinnovata lasciò dal 6 dicembre 1772 al I gennaio 1773 la Missione presieduta dal ven. Bartolomeo dal Monte; fra i frutti di essa furono la dottrina domenicale dei fanciulli e la pace fra le classi sociali del luogo e cioè fra originari, forestieri e contribuenti. Nè la bufera giacobina che vide soppresse le confraternite, dilapidata la chiesa di ori e argenti per 7 pesi, imposte insopportabili tassazioni, non rallentarono le manifestazioni di religiosità rinfocolate da nuove pie associazioni come quelle di S. Giuseppe, di S. Luigi Gonzaga ecc., che ebbero una vera esplosione nel 1805 con i miracoli attribuiti alla Madonna di S. Pietro che richiamarono immense folle e che vennero troncati solo dall’abbattimento dell’affresco e della chiesetta. Basta scorrere il “Calendario delle feste della Chiesa di Palazzolo” prima del 1774 di Vincenzo Rosa pubblicato nel 1967 da Francesco Ghidotti in facsimile per aver un’idea della devozione dei palazzolesi. 

Negli anni ’30 dell’800 nasce la Pia Opera di S. Dorotea per la formazione delle fanciulle, da considerare il primo oratorio femminile di Palazzolo. Il 19 gennaio 1868 per iniziativa di p. Pompeo Maza nasceva la Compagnia di S. Angela di cui furono guide la nob. Teresa Baioni e la maestra Caterina Gorini che fu la prima superiora mentre direttore fu don Lanfranco Bonari. Alle necessità di tempi difficili, di epidemie, di agitazioni sociali ed economiche andarono incontro particolarmente l’arciprete don Giuseppe Bettinelli che nel 1856 promosse un orfanotrofio femminile. Intenso l’apostolato di don Ferdinando Cremona, la cui devozione mariana diede vita al Santuario lourdiano. Sotto il suo parrocchiato nacque e si solidificò un movimento cattolico che condizionerà per decenni la vita palazzolese soprattutto grazie all’attività di mons. Tommaso Bissolotti. 

All’assistenza alla fanciullezza abbandonata fece eco subito quella agli anziani ed agli inabili al lavoro, attraverso l’ospizio di carità fondato nel 1896 dall’arciprete don Ferdinando Cremona accanto al Santuario della Madonna di Lourdes da lui stesso eretto. Su un piano caritativo più generale don Luigi Schivardi aveva fondato il 9 gennaio 1870 la Conferenza di S. Vincenzo, di cui fu primo presidente il cav. Agostino Lagorio. Intensa anche l’opera educativa per la gioventù. Per iniziativa di don Luigi Schivardi, coadiuvato dall’ing. Pietro Gasparini, nasceva nel 1894, presso la chiesa di S. Sebastiano, l’Oratorio Maschile, al quale, dopo don Schivardi, diedero opera generosa don Celestino Facchini (1901-1906), don Alberto Morandi (1906-1925) ecc. 

Ma la vita parrocchiale fu intessuta di molte altre forme associative, alcune particolarmente vitali. Nel 1892 esistevano, infatti, a Palazzolo, la Confraternita del SS. Sacramento, il Terz’Ordine di S. Francesco d’Assisi, le Figlie di S. Angela Merici, le Figlie di Maria (eretta nel 1889 con 300 iscritte), la Congregazione della B.V. di Lourdes (eretta nel 1888 con 1800 iscritti), la Confraternita della Madonna del Carmine, l’Associazione di S. Francesco di Sales, l’Obolo di S. Pietro, la società delle Madri Cattoliche. Don Cremona si riprometteva di fondare anche un gruppo per la Conservazione della fede nelle scuole. Attiva era la Compagnia di S. Luigi che nel 1903 raccoglieva 300 giovani. Opere di carità si alternavano a manifestazioni solenni di religiosità, come l’erezione, nel maggio 1896, sul campanile della nuova grandiosa statua (m. 6,80 di altezza) di S. Fedele. Viva la presenza di congregazioni religiose. Di rilievo fu per la gioventù femminile l’apertura nel 1886 della Casa delle Ancelle della Carità che, oltre alla formazione religiosa e l’educazione di ragazze e giovani, aprirono un orfanotrofio femminile, una scuola di lavoro, una scuola elementare cui seguirono altri tipi di scuola, oltre agli asili d’infanzia e l’ospedale abbandonato nel 1991. Altre congregazioni religiose che si segnalarono furono i Concezionisti addetti per anni all’orfanotrofio femminile, le Suore della Sacra Famiglia addette dal 1908 alla Casa di riposo “Don Cremona” oltre che al setificio Guzzi (dal 1902). 

Sotto il parrocchiato di mons. Zeno Piccinelli nel 1930 vengono erette numerose aule di catechismo, cresce sempre più l’attività filodrammatica che ottiene premi di prestigio e che avrà grande sviluppo. Nell’ambito dell’oratorio nel 1935 nasce il Patronato per il sostegno delle attività. Sviluppo ha nel frattempo l’Azione Cattolica grazie all’impulso dato da don Luigi Udeschini. Dal 1945 si sviluppano, sotto la guida di don Carsana, gli oratori di periferia, alle Calci, a S. Rocco, a Mirasole. Grandiosa la Casa del giovane promossa nel 1954 per iniziativa di don Attilio Chiappa, cui segue l’attivissimo Circolo Tovini. Nel maggio 1970 veniva avviata la costruzione di un nuovo oratorio. La parrocchia pubblicò dal 1934 al 1947 un Bollettino della Parrocchia di Palazzolo sull’Oglio diventato poi dal 1978 “Dalla Comunità parrocchiale di S. Maria Assunta Palazzolo sull’Oglio. Lettera aperta del parroco alla sua comunità parrocchiale” e poi, ancora, “Bollettino Parrocchia S. Maria Assunta. Palazzolo s.0.”. 

Dal 1955 veniva pubblicato “L’angelo in Famiglia. La Voce dell’Oratorio Città di Palazzolo sull’Oglio”, con articoli formativi, notizie varie dell’oratorio e notizie storiche sulla vita religiosa di Palazzolo. Nel 1958 viene fondato la “Voce di Palazzolo” legata alla “Voce del Popolo”. La comunità parrocchiale non trascurò nuove opere di carità e di assistenza con la Conferenza femminile di S. Vincenzo fondata da Ambrogio Signorelli nel 1921. Nell’ambito della parrocchia e per merito dell’arciprete don Fausto Guerrini nel 1972 nacque, fra i primi in diocesi, il gruppo di volontariato “Cor unum” avente lo scopo di sollecitare l’organizzazione di servizi sociali a livello comunale, con particolare attenzione agli anziani ed ai minori disadattati. Grazie anche all’impulso della presidente Sara Giusi Noris, da 20 iscritti iniziali, nel 1987 raggiungeva i 158 che andarono poi aumentando. 

Di rilievo l’attività musicale nell’ambito parrocchiale, nella quale si distinse la Scuola di canto del maestro Guido Filippini, cui seguì il già citato Coro “La Rocchetta” Nel 1962-1963 venne affrontata dall’arciprete don Piccinelli, con coraggio, la creazione di nuove parrocchie. Oltre S. Pancrazio, già autonoma da lungo tempo, vennero istituite le parrocchie di S. Paolo in S. Rocco, del S. Cuore, di S. Giuseppe Artigiano. Nel gennaio 1977 il vescovo mons. Morstabilini, a conclusione della visita pastorale, poteva constatare il permanere a S. Maria Assunta di una “bella tradizione religiosa” e come rimanesse il centro religioso più importante di Palazzolo nel quale continuavano “a confluire molti anche dalle altre parrocchie da non molto costituite”. Ultimi notevoli avvenimenti della parrocchia di S. Maria Assunta sono stati: l’inaugurazione il 12 maggio 1979 nella Pieve vecchia restaurata dell’Auditorium S. Fedele e il 1 ottobre 1989 la grande missione cittadina; nel 1991 il restauro dell’Oratorio di S. Sebastiano; nel 1993 la visita pastorale del vescovo mons. Foresti.